Di che vivere è al
contempo un interrogativo e una
risposta. L'Associazione “SULLE ALI
DELL'AMORE – VALENTINA PISTONESI ONLUS”
è sorta principalmente per rispondere
all'interrogativo, che un numero
crescente di persone si sta ponendo: “di
che vivere”?
Nel corso del 2009 circa 100 famiglie si
sono rivolte alla nostra associazione a
causa della loro indigenza. A loro
abbiamo fornito prodotti alimentari,
abiti, carrozzine, pannolini, libri
scolastici e svariati generi di prima
necessità. Molte persone vengono
indirizzate dai Servizi Sociali
Comunali, dalle Parrocchie, da quanti
conoscono la nostra associazione. Quasi
sempre si tratta di persone che hanno
perduto il posto di lavoro e vengono a
trovarsi nell'indigenza. Non ci
limitiamo a consegnare ciò di cui hanno
bisogno: grazie al preziosissimo
contributo dei nostri volontari
stabiliamo con loro una relazione
fiduciaria per incoraggiarli a
rivolgersi agli operatori territoriali
preposti ad affrontare la loro
condizione (Servizi Sociali, Consultorio
Familiare, DSM ecc.). Grazie all'aiuto
ricevuto non poche famiglie sono
riuscite a superare le loro difficoltà
e, conseguentemente, fare a meno del
nostro sostegno. La media delle famiglie
che si rivolgono alla nostra
associazione per la prima volta è pari a
7 unità, mentre 2 delle famiglie già
seguite riescono a migliorare la propria
condizione e, conseguentemente, a fare a
meno del nostro aiuto. Questo
costituisce l'obiettivo più
significativo per la nostra
associazione.
Purtroppo nel corso del 2010,
probabilmente a causa della crisi
congiunturale, le richieste sono
aumentate raggiungendo le 160 unità
familiari,
nonostante l'accurata valutazione della
reale condizione di bisogno, anche sulla
base delle dichiarazioni ISEE. Per
garantire la massima trasparenza, sia in
termini di valutazione del bisogno che
per la trasparenza della nostra
operatività, ci avvaliamo della
consulenza di un commercialista in
qualità di socio fondatore.
L'elemento più significativo è
costituito dal rapporto fiduciario che
stabiliamo con le persone che si
rivolgono alla nostra associazione.
Abbiamo appreso e sperimentato che la
richiesta di aiuto è un momento
estremamente importante quanto delicato.
La drammaticità che caratterizza la
richiesta di aiuto e la necessità di
affrontarne l'umiliazione contribuiscono
a creare un legame significativo
attraverso il quale riusciamo ad
incoraggiare le famiglie bisognose ad
affrontare con maggiore speranza la loro
condizione. Ricevere un aiuto fa sentire
meno soli ed esprime solidarietà,
solidarietà che si traduce in calore
umano e riaccende la speranza. Per
questo motivo stiamo facendo tutto
quanto ci è possibile perché la nostra
sede venga percepita come un luogo di
accoglienza e non come una sorta di
magazzino, al fine di limitare il più
possibile l'umiliazione provocata
dall'indigenza e dalla necessità di
chiedere. Il nostro obiettivo va oltre
la semplice consegna dei beni di prima
necessità alle persone che si rivolgono
alla nostra associazione, facciamo tutto
quanto ci è possibile per incoraggiarle
a riprendere la vita nelle loro mani per
migliorare la loro condizione,
collaborando con i servizi territoriali
preposti.
In ultima analisi, quindi, ci poniamo
l'obiettivo di contrastare il disagio
economico che sta letteralmente
attanagliando troppe famiglie del nostro
territorio.
Il nostro progetto è finalizzato ad
affrontare l'emergenza sociale
costituita dal disagio economico che sta
colpendo un numero crescente di famiglie
del nostro territorio. La nostra
Associazione si sta per così dire
“specializzando” nell'affrontare una
condizione umana che tende a sfuggire a
chi opera semplicemente “dietro uno
sportello”. Si tratta a nostro avviso di
una crisi “epocale” che non può essere
affrontata da singoli attori: è
necessaria la piena collaborazione tra
tutte le persone e le organizzazioni
preposte. Per questo motivo non abbiamo
mai inteso sostituirci agli operatori
territoriali che cerchiamo sempre di
coinvolgere in uno spirito di
collaborazione. Questa emergenza
sociale, che sta trovando impreparato il
nostro territorio, è un problema
dell'intera collettività e come tale va
affrontato.
Come già delineato, con questo progetto
intendiamo contrastare l’emergenza
sociale causata dalla crisi
congiunturale che sta colpendo molte
famiglie del nostro territorio.
L’obiettivo principale è lo sviluppo di
percorsi “riabilitanti” che, al di la
della semplice consegna dei beni di
prima necessità, sono finalizzati a
restituire le persone bisognose alla
cosiddetta società civile.
Dal punto di vista meramente statistico
2 delle famiglie che ogni mese si
rivolgono alla nostra associazione
riescono a recuperare una condizione di
normalità e ad emanciparsi dal nostro
sostegno.
D’altro canto dobbiamo tener conto che
mensilmente 7 nuove famiglie su
rivolgono alla nostra associazione e
dobbiamo provvedere ai loro bisogni
perché il loro percorso possa avere
inizio. Spesso la condizione di bisogno
impedisce alla persona di affrontare le
normali situazioni della vita, come
cercare un posto di lavoro, curare la
salute, seguire il percorso scolastico
dei propri figli ecc. In questo senso
l’aiuto che riusciamo a garantire è
finalizzato a dare maggiore slancio al
tentativo delle famiglie colpite dalla
precarietà a recuperare una condizione
esistenziale dignitosa.
Dal punto di vista operativo in
occasione del primo incontro vengono
raccolte le informazioni necessarie ad
accertare la reale condizione di bisogno
(ISEE, descrizione della condizione
ecc.). Sulla base di quanto riscontrato
si stabilisce il sostegno mensile da
destinare. Il percorso viene poi
monitorato per verificare che il
sostegno ricevuto sia funzionale al
recupero di una condizione sociale
adeguata. A puro titolo di esempio
abbiamo avuto modo di constatare che una
delle persone assistite ha potuto
trovare un posto di lavoro grazie ad un
piccolo sostegno economico per
l’acquisto del carburante.
In ultima analisi i beneficiari diretti
sono le mediamente 150 famiglie
indigenti che annualmente si rivolgono
alla nostra associazione. Si tratta
generalmente di persone che hanno perso
il posto di lavoro, la cui difficoltà,
oltre che di carattere economico, è
causata dalla frustrazione e
dall’umiliazione conseguente al loro
stato. La mancanza di sostegno in simili
circostanze produce una condizione di
isolamento che impedisce, di fatto la
reintegrazione sociale. Riteniamo che
destinataria indiretta del nostro
progetto sia l’intera collettività in
quanto la reintroduzione alla normalità
di alcuni dei suoi componenti produce un
vantaggio, oltre che di natura sociale,
anche economica e produttiva.
torna
all'elenco |